Orphans – Rassegna Stampa | Alraune Teatro Salta al contenuto
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Rassegna stampa

Orphans

Il Venerdì Autore: Emanuele Corarretti · aprile 2014
Segnalazione Amore Relazione
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In questa casa si odiano molto perché si amano moltissimo

A Milano debutta Orphans, scritto dal genio del teatro inglese Dennis Kelly. È la storia estrema di una famiglia. Ma parla di tutti.

In questa casa si odiano molto perché si amano moltissimo.

Helen e Danny si amano e sono felici. Tutto sembra perfetto fino a quando, una sera, Liam, il fratello di Helen, irrompe in casa imbrattato di sangue e con una storia agghiacciante, destinata a distruggere l’armonia famigliare e a costringere la sorella e suo marito a confrontarsi con sentimenti fino ad allora sconosciuti. Helen, Danny e Liam sono i protagonisti di Orphans di Dennis Kelly (classe 1970), drammaturgo arrivato al teatro a trent’anni, quando l’alcol lo stava distruggendo e pensava che avrebbe lavorato per sempre in un supermercato di Londra. Invece, al pari di Tim Crouch e Mark Ravenhill, si è imposto rapidamente come una delle voci capaci di ridare linfa alla drammaturgia made in UK, grazie a testi irriverenti come Debris e Osama the Hero, e a musical di successo come Matilda.

Orphans lo ha scritto nel 2010, conquistando subito il pubblico del Fringe Festival e approdando poi sui palcoscenici di tutta Europa. In Italia, a metterlo in scena fino al 18 aprile al Tertulliano di Milano (con Dario Merlini, Alice Francesca Redini e Umberto Terruso) è il trentunenne Luca Ligato, che torna ad affrontare Kelly dopo il grande successo riscosso lo scorso anno con un altro suo testo, After the End. Il regista spiega: «Orphans ci mostra quanto può essere forte l’amore: quello tra due fratelli che hanno perso entrambi i genitori da piccoli, come quello di un uomo per la sua compagna. Ma, dopo averlo fatto, ci rivela anche cosa siamo disposti a compiere in nome di questo amore. E così vediamo emergere nei personaggi un odio che li rende irriconoscibili».

Più di una volta, scherzando, Kelly ha detto che se non sfogasse la violenza nei suoi spettacoli, sarebbe diventato un serial killer. Provocazioni a parte, il suo è davvero un teatro crudele e spietato, perché porta in scena i lati più ambigui di una società apparentemente normale, con lavori che – dice l’autore – «pongono domande senza dare necessariamente delle risposte».

Debris, l’esordio che lo ha fatto conoscere alla critica, si apre con uno dei due protagonisti (ancora una coppia di fratelli) che immagina di crocifiggere il padre in salotto. In Osama the Hero, invece, un ragazzo che aveva presentato a scuola un progetto per rivalutare Osama Bin Laden viene perseguitato dai vicini. Anche in Utopia – la serie tv di culto che ha conquistato il pubblico – siamo immersi in un mondo scuro e ambiguo. Per trovare un po’ di luce bisogna rivolgersi a Matilda, il musical campione d’incassi che ha registrato una serie infinita di sold out nel West End e a Broadway, conquistando cinque Tony Award.

«Qualunque cosa Kelly scriva» conclude Ligato «la sua drammaturgia è riconoscibilissima: veloce, immediata, moderna. Capace di infilarsi nelle nostre paure più intime per svelarci che tutti siamo orfani, in una società dove nessuno si fida di nessuno».