After the end
Iniziare dalla fine, dalla fine di tutto ciò che è conosciuto, la
fine delle certezze, del presente e di un futuro rassicuranti, di un
"io" strutturato, solido, inattacabile e ritrovarsi,
imprevedibilmente, incastrati in quello che dovrebbe essere la
salvezza: un non- tempo in cui sopravvivere, un non- luogo in cui
alimentare la speranza. Mark e Louise, talmente diversi da essere un
ossimoro, costretti a condividere l'unico spazio rimasto, quel
rifugio antiatomico costruito da Mark, nerd all'ennesima potenza,
insicuro, emarginato, il classico passivo aggressivo arroccato in
una fortezza inespugnabile di silenzi e incomprensioni, a cui però
Louise deve la vita, soccorsa da lui quando, priva di sensi e
accasciata a terra, si perdeva lo spettacolo irripetibile de "la
fine del mondo". Una bomba... forse... un attentato terroristico..probabile...
poco si sa e ancor meno si può sapere delle cause effettive che
hanno portato Louise, un tempo intraprendente, sicura di sé, centro
catalizzatore di ogni attenzione, l'archetipo della giovane donna
emancipata che non deve chiedere nulla a nessuno, a risvegliarsi in
un claustrofobico isolamento, con un semi sconosciuto, totalmente
disorientata, senza memoria effettiva degli eventi, e dipendente
dalla sola verità udibile, quella pronunciata da Mark.
Ritmo serratissimo, incalzante, spasmodico, parole che si mordono le
une con le altre, i toni ironici e grotteschi dell'inizio che
scemano mano a mano nella disperazione vera, animale e nuda di due
personalità agli antipodi, due personaggi prototipici che si
spogliano dei loro ruoli, si bilanciano tra l'essere vittima o
carnefice, si disarmano a vicenda fino a rimanere essenza, il tempo
di un abbraccio, quei pochi secondi di vera relazione prima della
fine, quella reale, quella che lascia il posto al "formale", al
tentativo estremo di "ricostruire una normalità" .
-Ma io ti sembro io?
-Sì.
-Perché ho proprio bisogno di saperlo, è la verità?
-E' la verità.
-Lo pensavo anch'io..sai.
"After the End" è un testo di una potenza inenarrabile, una vera
discesa nel torbido istintivo dell'umano, una black comedy che
illumina i lati più tragici ed estremi di un uomo e una donna comuni,
sospesi tra verità e menzogna, tra reale e finzione, tra bisogni
inespressi da sempre e ora in esplosione. Valeria Perdonò e
Alessandro Lussiana interpretano con audace maestria Louise e Mark:
ricalcano perfettamente le figure bidimensionali che questi due
giovani rappresentano in principio, si lasciano poi trasportare con
forza dirompente nella prevaricazione degli istinti fino a
ricomporsi con commovente verità nell'atto finale, quando con
l'incrinatura di qualcosa di importante che si è rotto per sempre,
ci regalano uno dei momenti più toccanti dello spettacolo.
Un'ottima prova d'attore a cui si presta una regia precisa e pulita:
Luca Ligato, optando per una messa in scena essenziale e credibile (uno
spazio nero illuminato da un grappolo di lampadine, una radio, un
tavolo, due sedie, barattoli ed altri pochi elementi che aiutano a
calarci in un claustrofobico nulla senza tempo) mette in risalto la
capacità espressiva dei suoi interpreti e crea una partitura
efficace, un'arma affilata che fa saltare le strutture e arriva a
colpire lì dove non vorremmo guardare.
Alraune Teatro