La commedia amara e provocatoria di Dennis Kelly all'Elfo Puccini di Milano
Un uomo, una donna e la lotta per la sopravvivenza. Louise e Mark
sono due venticinquenni, antitetici per mentalità ed esperienze di
vita, ma entrambi caratterizzati da due elementi comuni: una sottile
predisposizione ai rapporti sadomaso nonché una latente scintilla di
follia, pronta a covare sotto una forma divertita di perbenismo
radical chic londinese.
Sarà un'esplosione nucleare, responsabile della distruzione dei
quartieri di Londra e della morte di buona parte della popolazione,
il punto di svolta della vita di Mark e Louise. Due settimane da
vivere in un bunker antiatomico: prospettiva di vita accettata con
civile e stoico sacrificio, all'inizio, per poi affondare nel più
totale e assoluto imbarbarimento.
Uno studio sull'uomo. La fine della civiltà, posta come scenario
distopico, per una pièce che sfodera tutto il carattere e
l'approccio di uno studio sull'essere umano e sulle regole sociali.
Dennis Kelly è l'artefice di un testo che sa fondere con misura ed
algida sintesi eventi politici, sociali e dinamiche relazionali.
Dialoghi serrati e comportamenti, conformi agli stereotipi
televisivi e pubblicitari, rivelano l'incapacità manifestata dagli
individui di aderire alla parte più autentica di sé. Solo lo
smottamento emotivo, provocato dalla lotta per la sopravvivenza,
riuscirà a mettere in luce la vera natura di Mark e Louise.
Il finale a sorpresa, in realtà intuibile già a metà spettacolo, non
toglie tuttavia fascino e valore a una commedia amara e provocatoria,
interamente giocata sulla crudeltà e l'utilitarismo delle
convenzioni sociali.
Due attori ed un gioco al massacro. L'interpretazione di Valeria
Perdonò e Alessandro Lussiana sorprende piacevolmente per acutezza
e frivolo cinismo. Ai dialoghi casuali e gentili (dei quadri
iniziali) seguono silenzi, lacrime e il rimpianto per una vita
comune, spazzata per sempre dall'orizzonte esistenziale. Alessandro
Lussiana propone, invece, la lettura di un personaggio complesso e
ambiguo: in apparenza nerd inoffensivo, è in realtà un uomo incapace
di vivere la realtà dei rapporti sociali e pronto a imporre stenti
crudeli in nome di una presunta "missione di salvezza".
La regia di Luca Ligato è tesa ed estremamente lucida nel
susseguirsi di quadri: sempre più concitati, febbricitanti nello
stile e nei tempi di recitazione. Al pubblico il piacere di sfiorare,
con piena consapevolezza, il brivido di una discesa negli inferi.
La scena essenziale è fissa, ma plasmata e concretizzata dalla
prossemica dei due interpreti. Lo spazio arioso e ordinato
dell'arrivo è pronto a mutarsi in un ring emotivo e carico di umori.
Il cibo sparso per terra (usato come arma di ricatto), la catena (feticcio
del potere esercitato) e la radio, premio della lotta fra vittima e
carnefice, testimoniano la fragilità dei legami umani.
Dennis Kelly, classe 1970, è un acclamato sceneggiatore: il suo nome
è noto ai più per la serie televisiva Utopia. La produzione teatrale
di Kelly ha inizio nel 2003, con il testo Debris. Attualmente il
drammaturgo ha all'attivo quindici pièce, fra drammi e commedie. Per
l'appunto, After the End, acclamato al Traverse Theatre di Londra,
dopo i successi ottenuti a Roma è stato finalmente proposto a
Milano, in occasione della rassegna Nuove storie. Una chance
imperdibile per conoscere e apprezzare nuovi scenari della
drammaturgia contemporanea.
Alraune Teatro