After the End – Rassegna Stampa: Ecco a voi Dennis Kelly | Alraune Teatro Salta al contenuto
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Rassegna stampa

After the end

7 Giorni Autore: Silvia Arrigoni · Maggio 2013
Recensione Claustrofobico Potere
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Angoscia, violenza e gli aspetti più triviali dell'animo umano nello spettacolo After The End di Dennis Kelly allo Spazio Tertulliano

Allo Spazio Tertulliano (via Tertulliano 68, Milano) il 16 e 17, e dal 22 al 26 maggio, è andato in scena un dramma denso di introspezione psicologica, in grado di spingere lo spettatore a indagare sulla propria condizione di essere umano inserito in un contesto sociale: condizione che, in caso di isolamento forzato, viene necessariamente meno.

After the End, pièce scritta dal drammaturgo contemporaneo Dennis Kelly in seguito agli attentati terroristici avvenuti a Londra nel 2005, vede Mark (Alessandro Lussiana) e Louise (Valeria Perdonò) rifugiarsi in un bunker antiatomico a causa di un’esplosione nucleare che ha sgretolato vite e interi quartieri. La convivenza, avviata inizialmente con tutti i migliori propositi – retaggio dei più diffusi costumi sociali – si trasforma in un avvincente gioco di potere, violento e istintivo ma, proprio per questo, autentico; vengono messi in discussione il bene e il male, la condizione esistenziale di ciascuno di noi viene spogliata del suo superfluo, privata del consueto: la fragilità che la vita ci intima di nascondere riemerge con forza, brutalmente, sottomettendo la ragione, non più in grado di riconoscere ciò che credeva giusto o reale. La distanza, effettiva e simbolica, tra i protagonisti, impegnati sul palco in una continua lotta fisica e verbale, e lo spettatore, estraneo alla scena, seduto e inerte, non fa che rendere più incalzante una domanda, spietata poiché senza risposta, che chiede di fare i conti con la propria identità per individuarla e imparare a conoscerla così com’è, nuda e labile. La regia di Luca Ligato, essenziale e senza filtri di sorta, così come la scenografia, tetra e austera, contribuiscono a coinvolgere la platea, rendendole naturale immedesimarsi nel dramma che si consuma davanti ai suoi occhi.