After the End – Rassegna Stampa: Ecco a voi Dennis Kelly | Alraune Teatro Salta al contenuto
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Rassegna stampa

Salomé

Alibionline Autore: Saul Stucchi · 13 Novembre 2017
Segnalazione Desiderio Potere
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"Salomé" di Oscar Wilde, regia Luca Ligato

Fino al 19 novembre lo Spazio Avirex Tertulliano di Milano propone lo spettacolo "Salomè", dramma in un atto unico di Oscar Wilde diretto da Luca Ligato, con la scenografia di Giovanna Angeli e i costumi di Carla Goddi. Vi consiglio di non perdervelo.
Sul palco tre giovani: Valentina Mandruzzato nel ruolo di Salomè, Nicole Guerzoni nei panni del profeta Giovanni il Battista e Mauro Bernardi nella parte del tetrarca Erode Antipa, figlio di Erode il Grande (quello che avrebbe ordinato la strage degli innocenti, secondo il racconto dell'evangelista Matteo).

Da tempo desideravo vedere una rappresentazione di quest'opera di Oscar Wilde, attorno alla quale aleggia ancora un'aura di scandalo. Quando fu composta (1891) e rappresentata per la prima volta (1896) allo scandalo per la vicenda narrata si univa quello per la condotta dell’autore, che subì una condanna a due anni di carcere per omosessualità.

Nella recente mostra di Alfons Mucha a Palazzo Reale a Milano (poi a Palazzo Ducale a Genova) alla "Salomè" di Wilde era dedicata una certa attenzione, con l’esposizione di alcune incisioni e illustrazioni realizzate da Aubrey Beardsley per il dramma teatrale.

Ma oggi desta ancora scandalo "Salomè"? No, direi di no. Però turba, affascina e suscita domande alle quali è impossibile dare una risposta univoca, come le tragedie greche che prospettavano agli spettatori quesiti insolubili: ha ragione Antigone o Creonte? Edipo è colpevole o innocente? Ha compiuto un atto di giustizia Oreste uccidendo la madre Clitemnestra, rea di aver massacrato insieme all'amante Egisto il re Agamennone?

Qui invece si scontrano due modi di vivere e concepire l'amore, addirittura due piani della realtà, due concezioni della donna ("è con la donna che il male è entrato nel mondo"…). Da una parte c'è la terrena e sanguigna Salomè, dall'altra l’etereo ed esangue Giovanni, Yochanan. Il loro duello retorico si svolge sotto il segno della luna, termine che trapunta l'intero testo con ricorrenza ossessiva. È bianco come la luna, diafano e sideralmente lontano dal qui e ora è il profeta, il Precursore.

Salomè lo brama, lo ama, vorrebbe possederlo o anche solo riceverne un bacio. Quel bacio attiverebbe una corrente di calore tra loro, mettendoli in comunicazione. Ma lui rifiuta ostinatamente l'approccio perché annuncia un nuovo tipo di amore, una nuova vita.

Gli attori rendono bene le emozioni dei rispettivi punti di vista dei tre personaggi, con Erode a fare da mediano ai due estremismi di segno opposto. Lui è pragmatico e laico nell’approccio alla vita, tanto da ammettere di non credere ai miracoli perché ne ha visti troppi. Vuole soddisfare un capriccio ed è disposto a cedere metà del regno per pagarselo. Non comprende la richiesta di Salomè, né tantomeno il suo ostinarsi.

Ha scritto Stefania Cretella nel catalogo della mostra di Mucha:

La danza, che in Salomè diviene strumento di seduzione, è per la cultura del tempo uno spettacolo ricco di fascino, in quanto racchiude in sé espressioni artistiche differenti, coinvolgendo non solo la vista ma anche l’udito; è il movimento per eccellenza, che si carica di valori rituali e mette in primo piano il corpo, l’energia e la vitalità femminili.

Qui invece Salomè non danza. Striscia come una gatta ai piedi del suo bel Giovanni e allieta con la propria perversione quella del tetrarca Erode, che non saprà dirle di no, mentre Yochanan non sa dirle di sì. Lei ha perso la testa per lui e lui la perderà per lei. Letteralmente.