"L'Ombelico di Alvise" di Claudia Porta, regia Luca Ligato
«All’apparenza era un ombelico come tanti, posto nella regione
addominale anteriore, in corrispondenza della cicatrice che si forma
dopo il taglio del cordone ombelicale. La vera stranezza, però, era
la sua profondità» (Gala).
Splendido esordio alla regia per Luca Ligato (Compagnia Alraune
Teatro), alle prese con un testo in bilico tra il virtuale e il
surreale. L’ombelico di Alvise, metafora onnicomprensiva
dell’interiorità umana, diventa fulcro surreale della narrazione
dell’incontro e della fusione dei due protagonisti, Gala e Alvise.
Figli del nostro tempo, inizialmente soli e spaesati in un mondo al
quale non sentono di appartenere, si incontrano via web: un incipit
che dà vita a un amore totalizzante, capace di ricreare, nella
ritrovata unità dei due io, quell’equilibrio esistenziale che
sembrava utopia. Il segno dell’unità perduta si trasforma così in
simbolo dell’unità ritrovata, in una pièce che indaga in modo
originale il ruolo delle relazioni nella società contemporanea.
Alraune Teatro