L'Ombelico di Alvise – Rassegna Stampa | Alraune Teatro Salta al contenuto
Alraune Teatro logo Alraune Teatro

Rassegna stampa

L'Ombelico di Alvise

Saltinaria Autore: Serena Lietti · 21 marzo 2012
Segnalazione Amore Surreale
Scarica PDF ← Torna alla rassegna ← Scheda spettacolo Ufficio Stampa

Dentro un ombelico si cela un intero universo: assurdo, fragile e profondamente umano.

L’ombelico, cicatrice vitale che tutti possediamo, diventa il punto nevralgico della vicenda narrata: misterioso spazio fisico in cui Gala inserisce oggetti, interiorità di Alvise cui solo lei può accedere e intima dimensione di coppia che crea stabilità e consistenza ad AlviseeGala. Una storia d’amore dai toni assurdi che racconta di come due persone abbiano trovato la propria felicità l’uno dentro l’altra, fuggendo da un mondo cui non sentivano di appartenere.


L’OMBELICO DI ALVISE

Siamo solo buchi neri dentro buchi neri
di Claudia Porta
Regia di Luca Ligato
Con Alessia Bedini e Stefano Pirovano
Scenografia Giovanna Angeli
Costumi Carla Goddi
Musiche originali Alberto Campi
Organizzazione Monica De Giuli


Ad accoglierci nella suggestiva location dell’Isolacasateatro c’è una splendida scenografia che richiama fin da subito un mondo sospeso tra reale e surreale. Oggetti tratteggiati su lastre trasparenti stanno appesi nel vuoto, in bilico tra la dimensione quotidiana di tutti e quella surreale di Gala e della sua misteriosa capacità di infilarli nell’ombelico di Alvise.

Aiutati da ritmi concitati e giochi di luce, due curiosi personaggi fanno il loro ingresso in sala e ci restituiscono furtivamente, con i soli gesti corporei, la loro identità: Alvise è un insegnante obeso che passa le giornate ad abbuffarsi di cibo e Gala è un’artista depressa sull’orlo del suicidio. In un turbine di parole, musica e movimenti ci viene raccontata la stramba storia di un uomo e una donna che s’incontrano in una chat erotica e scoprono di non poter fare a meno l’uno dell’altra.

Solo Gala possiede l’accesso alle profondità del magico ombelico di Alvise, che appare come una metafora della sua interiorità e, in generale, dell’inesauribilità dell’animo umano. Il mondo esterno però, con le sue leggi e la sua superficialità, non è in grado di accogliere questo particolare rapporto se non corrompendolo e distruggendolo. La scoperta della possibilità di vivere l’uno nell’altro, in una sorta di condivisione misteriosa e unica delle proprie interiorità, sarà l’unica salvezza per AlviseeGala (ebbene sì, pronunciando il loro nome in un unico respiro, come fosse una formula magica capace di conferire un senso intimo e assoluto alle loro esistenze).

Una pièce fulminea che, pur nella brevità e leggerezza del parlato, porta in scena una serie di tematiche interessanti: la tecnologia come forma d’incontro nel mondo contemporaneo, l’esistenza di universi sconosciuti da esplorare, l’assurdo della vita e la capacità dell’amore di creare mondi paralleli in cui poter sussistere felicemente. L’ottima regia di Luca Ligato, nonché la bravura di Alessia Bedini e Stefano Pirovano e di tutto il team che li ha supportati, rende il testo vivo e merita i lunghi e sentiti applausi del pubblico.