IL VENERDi' di Emiliano coraretti
a milano debutta "orphans", scritto dal genio del
teatro inglese dennis kelly. e' la storia estrema di una famiglia. ma parla
di tutti.
in questa casa si odiano molto
perche' si amano moltissimo.
helen e danny si
amano e sono felici. Tutto sembra perfetto fino a quando, una sera, Liam, il
fratello di helen, irrompe in casa imbrattato di sangue e con una storia
agghiaccinate, che distruggera' l'armonia famigliare, portando la sorella e
suo marito a confrontarsi con sentimenti fino ad allora sconosciuti. helen,
danny e liam sono i protagonisti di "orphans" di dennis kelly, classe 1970,
drammaturgo arrivato al teatro a trent'anni, quando l'alcol lo stava
distruggendo e credeva che avrebbe lavorato per sempre in un supermercato di
londra. Invece al pari di Tim Crouch e Mark Ravenhill, si e' presto imposto
tra gli autori in grado di dare una nuova linfa alla drammaturgia made in uk,
grazie a lavori irriverenti come "debris" e "osama the hero", e amusical di
successo come "Matilda".
"Oprhans" lo ha scritto nel 2010, conquistando subito il pubblico del Fringe
Festival e portandolo poi in giro per l'europa. Da noi, a metterlo in
scena fino al 18 Aprile al Tertulliano di Milano (con Dario Merlini, Alice
Francesca Redini, Umberto Terruso) ci pensa il trenutunenne luca Ligato, che
torna ad affrontare kelly dopo il grande succeso riscosso lo scorso anno con
unaltro suo testo, "after the end". Il regista spiega che "Orphans ci
mostra quanto puo' essere forte l'amore: quello tra due fratelli che hanno
perso entrambi i genitori da piccoli, come quello di un uomo per la sua
compagna. ma dopo averlo fatto, ci svela anche cosa siamo disposti a fare in
nome di questo amore. e cosi' vediamo emergere nei personaggi un odioche li
rende irriconoscibili".
Piu' di una volta, scherzando, Kelly ha detto che se non sfogasse la
violenza nei suoi spettacoli, sarebbe un serial killer. Ma, provocazione a
parte, il suo e' davvero un teatro crudele e spietato. Perche' ci mostra i
lati piu' ambigui di una societa' apparentemente normale con spettacoli che,
dice kelly "pongono domande senza dare necessariamente delle risposte".
"Debris", l'esordio che lo ha portato all'attenzione della critica, si apre
con uno dei due protagonisti (anche li' una coppia di fratelli) che immagina
di crocifiggere il padre in salotto. In "Osama the hero", invece un ragazzo
che aveva presentato a scuola un progetto per rivalutare Osama Bin Laden
viene perseguitato dai suoi vicini. Anche vedendo "Utopia", che non e' tetro
ma una serie tv di culto, siamo immersi in un mondo scuro e ambiguo. Per
trovare un po' di luce, bisogna affidarsi a "Matilda", musical che ha
registrato una serie infinita di sold out nel West End e a Broadway e ha
conquistato cinque tony award.
"Qualunque cosa kelly crei" conclude Ligato " la sua scrittura e'
riconoscibilissima: veloce, immediata e moderna. Capace di infilarsi nelle
nostre paure piu' intime, per svelarci che tutti siamo orfani in una societa'
dove nessuno si fida di nessuno".
EMILIANO CorARETTI
Venerdi' 11 aprile 2014