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La generazione orfana di Dennis Kelly arriva a Milano

La tensione si taglia con il coltello. E’ il filo rosso di "Orphans" nella messa in scena firmata Luca Ligato e presentata in prima nazionale a Milano.
Per 95 minuti non c’è via di scampo, per lo spettatore, che seguire con partecipazione il vortice di eventi che ingloberà (e farà crollare) la casa di Helen e Danny.

Su una scenografia scarna ed essenziale (un interno borghese con tavolo da pranzo e DUE sedie) si consuma cosi' uno spettacolo dal ritmo serrato, in cui la recitazione sanguigna dei tre protagonisti mette in risalto i dialoghi concitati e la forza travolgente della drammaturgia cui Dennis Kelly ci ha abituato e per la quale si e' fatto conoscere non solo in Gran Bretagna.

Una giovane coppia sta cenando e vede all'orizzonte della propria felicita' l'arrivo di un figlio, quando ad interrompere il pasto arriva Liam, fratello di Helen, in evidente stato di shock e con una maglietta sporca di sangue. Racconta di essere stato coinvolto in un incidente.

Sara' un crescendo di momenti di tensione e di suspence a delineare un'atmosfera concitata, fino allo svelamento dell'episodio di violenza brutale di cui Liam si e' reso colpevole prima di piombare a casa di sorella e cognato.

Scorrono torrenti di parole, dure come pietre, tra i protagonisti. La violenza della metropoli, amplificata dai mezzi di comunicazione, si siede a tavola come quarto commensale, ed e' lei ad avere la meglio nei duelli verbali. Una violenza brutale ed incontrollabile che dalle periferie ha raggiunto la casa dell'uomo perbene, sconvolgendo la quieta atmosfera familiare e mettendo in crisi le certezze da uomo onesto di Danny.

Artefice di questo scombussolamento e' proprio Liam che, senza arte ne' parte, conduce un'esistenza brada, costellata di cattive amicizie e scandita dai guai. Una vita segnata dall'abbandono dei genitori in tenera eta', un'infanzia e un'adolescenza fatte di vagabondaggi, risse e avventure; unico porto sicuro l'affetto incondizionato e assoluto della sorella.

Ed e' proprio tra le due figure maschili agli antipodi che fa capolino Helen, estremamente protettiva e amorevole nei confronti del fratello, tanto da perdonargli l'imperdonabile, trascinando cosi' anche il marito in un vortice di follia e violenza.

A dar voce all'inquieto Liam troviamo un Umberto Terruso dalla sapiente gestualita'; il riflessivo Dario Merlini e' invece l'uomo onesto, Danny, mentre Helen e' magistralmente interpretata da un'intensa Alice Redini.

Helen e Liam non sono gli unici "Orphans" cui si riferisce il titolo; l'impietosa e lucida drammaturgia firmata da Dennis Kelly nel 2009 (anche vincitrice del Fringe di Edimburgo), e qui nel debutto di Ligato, vuole riconoscere in questa condizione un’intera generazione, orfana di certezze e in balia della brutalita' delle metropoli. Cosi' il dramma da familiare diventa universale, e la periferia di cui si narra sfuma i propri contorni per rendersi globale.

LAURA TIMPANARO
www.KLPteatro.it


 

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