Arte special day di Andrea Meroni
La salubre crudelta' di "After the End" all�Elfo Puccini
Il protagonista di "After the End" - black-comedy scritta da Dennis Kelly e
diretta da Luca Ligato che restera' in scena all�Elfo Puccini fino al 27
maggio - si chiama Mark, ha circa venticinque anni, e' perdutamente
innamorato di Louise ed e' un individuo drammaticamente ingenuo.
Solo un individuo ingenuo puo'� sperare di pilotare a proprio piacimento una
conversazione con la persona amata, con il fine di creare un�atmosfera di
affiatamento e intimita' grazie alle proprie parole e alle proprie azioni.
Si sa: le conversazioni tra gli innamorati non corrisposti e le loro "vittime"
si svolgono quasi sempre all'insegna di una totale mancanza di
consequenzialita'; Mark se ne accorge a proprie spese: se lui dice "A",
Louise non dira' certo "B", e l'esito dello scambio di battute non sara' mai
un auspicabile "C".
Solo un individuo molto ingenuo puo' credere che, imponendo la propria
presenza alla persona amata, questa finira' per cadere tra le sue braccia.
In realta' puo' anche essere che questo si verifichi, ma l'abbraccio in
stile boa-constrictor che ne risultera' sara' tutto fuorche' liberatorio.
Tutti questi errori di calcolo nell'aritmetica amorosa sono gia' gravi se si
verificano all'aria aperta, nel mondo di tutti i giorni, ma hanno
ripercussioni ancora piu' disturbanti se si concretizzano nei pochi metri
quadrati che costituiscono la superficie di un rifugio antiatomico: Mark ha
infatti trascinato Louise nel bunker alla base del suo appartamento a
seguito di un'ipotetica catastrofe nucleare (il dramma e' stato scritto nel
2005, l'anno dell�attentato alla metropolitana di Londra) che ha lasciato
tramortita la sventurata ragazza.
Ma la catastrofe e' solo un contorno alle traversie di Mark e Louise; anzi,
e' un tappo che li isola e li costringe a vivere nell'impressione di essere
circondati dal nulla, benche' i due continuino a tormentarsi con
recriminazioni e reminiscenze di un passato - frivolo ma odioso - che
teoricamente non dovrebbe avere tutto questo peso in quello che potrebbe
essere un "mondo nuovo".
Sul palcoscenico, la prigionia di questa coppia per niente affiatata e
sempre piu' animalesca dura sessantacinque minuti. Se durasse di piu', il
pubblico esploderebbe per la frustrazione: "After the End" e' uno spettacolo
che strangola lo spettatore, che disturba in modo legittimo attingendo
all'esperienza personale di chi ha alle proprie spalle un vissuto -
orribilmente comune - simile a quello di Mark o a quello di Louise.
Questo terribile duo e' interpretato con precisione da Alessandro Lussiana e
Valeria Perdono'.
Il primo restituisce benissimo la subdola naivete' che muove il suo Mark,
una figura "classica" ma molto fertile: il nerd querulo e premuroso che,
straziato dagli irresponsabili dardi di Cupido, diventa uno zombie incapace
di giustificare la propria pretesa di essere ricambiato dall'oggetto amato.
Il nocciolo della questione, per lui, diventa "come ti permetti di non
amarmi?".
La seconda conferisce un'alta definizione alla sua Louise, un personaggio
spigoloso, incapace di non contraddire e di non ferire il suo interlocutore;
i panni di vittima le stanno stretti (anche se oggettivamente lo e'), mentre
Mark si fa entrare con uno sforzo solo apparente quelli di carnefice,
risultando sgradevolmente credibile.
In conclusione, "After the End" e' uno spettacolo che da' i brividi, ma sono
brividi utili: aiutano a riconoscere le fallacie logiche che ci portano a
intessere rapporti che alla lunga si trasformano in nodi scorsoi.
Andrea Meroni
www.artspecialday.com
24 Maggio 2015